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Collettore 4-2-1 per Fiat Ritmo 130 Abarth acciaio

879,00 €
Tasse incluse

La Fiat Ritmo (commercializzata anche come Fiat Strada) è un modello di autovettura prodotto dalla casa automobilistica italiana FIAT tra il 1978 e il 1988 negli stabilimenti Fiat di Cassino (FR) e nello stabilimento Fiat di Rivalta (TO).

L'auto è stata prodotta dal 1978 in due diverse serie, di cui la seconda realizzata nel 1982, per essere sostituita nel segmento C, fascia di mercato che copriva nel listino della FIAT, dalla Tipo.

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Caratteristiche principali:
– Prodotto interamente artigianale
– Collettore con conformazione 4-2-1
– Diametri: Ø40/Ø45/Ø54
– Materiale: AISI304
– Saldature: TIG
– Montaggio semplice
– Peso ridotto rispetto alla versione originale
– Caratteristiche aggiuntive: prodotto esclusivamente italiano

Qualora il prodotto non sia disponibile a magazzino, sarà programmata la sua produzione e i tempi di consegna potrebbero allungarsi a 8/10 giorni lavorativi.

Descrizione
Il collettore è una parte fondamentale del sistema di scarico dell'auto in quanto è il primo elemento che permette ai gas di evacuare dalla camera di scoppio, quindi l'’installazione in vettura di un collettore dimensionato ad hoc e con spirito sportivo, consente di incrementare abbastanza agevolmente le prestazioni del motore. In questo caso il collettore ha conformazione 4 in 2 in 1, dal quale poi ci si collega al centrale. Il materiale utilizzato per la realizzazione è l'acciaio AISI 304 e le saldature, al fine di assicurare la massima tenuta e resistenza, sono realizzate solamente a TIG dalle mani esperte dei nostri operatori mentre l'impiego di tubi con spessori ridotti, generalmente 1.2 mm, mettono in risalto ulteriormente l’elevato livello di qualità e un’attenzione oculata ai pesi, ne deriva che l'unione di queste attenzioni costruttive danno al collettore la caratteristica fondamentale di essere notevolmente leggero e resistente alle sollecitazioni oltre che estremamente performante dal punto di vista prestazionale. Le flange sono prodotte tramite macchinari a controllo numerico/taglio a laser, con forature di assoluta precisione, per assicurare un montaggio perfetto e garantire la resistenza ottimale alle elevate temperature a cui sono sottoposte. Infine ci teniamo a sottolineare che progettazione, sviluppo, realizzazione e produzione sono operazioni svolte esclusivamente all’interno della nostra sede e il prodotto gode di tutte le caratteristiche e cure della migliore tradizione artigianale italiana.

CONTESTO:

Il progetto 138, destinato allo sviluppo di un'erede per la 128, venne avviato nel 1972. L'obiettivo era quello di dare alla media FIAT un aspetto più moderno, in modo da tenere il passo delle protagoniste del segmento fuori dai confini nazionali, in particolare Volkswagen Golf e Renault 14.

Il marketing, per la prima volta nella storia della Fiat, assunse un'importanza determinante nella definizione del design della vettura, "imponendo" la realizzazione di un'autovettura a 2 volumi con portellone posteriore, abitabilità per 5 persone, interni funzionali e "spiccata riconoscibilità rispetto alla concorrenza". Tale soluzione dieci anni prima era stata scartata per la 128 prodotta in Italia, ma utilizzata per la versione jugoslava.

Il Centro Stile Fiat, guidato da Gianpaolo Boano realizzò una berlina di dimensioni contenute (meno di 4 metri di lunghezza), con avvolgenti paraurti in plastica (incorporanti anche le luci) e caratterizzata da un forte contrasto fra elementi circolari (fari, maniglie porta) e linee tese (fiancata e coda). Per contenere i costi di produzione, venne elaborato un particolare processo produttivo per la realizzazione dei costosi paraurti sintetici. Fu la prima auto italiana (in Francia la Renault 5 li aveva dal 1972) ad avere i paraurti integrati nel corpo vettura (e non sporgenti a sé stanti come fino ad allora succedeva); questo causò inizialmente alcune difficoltà da parte del pubblico ad accettare la vettura che a quel tempo sembrava priva di paraurti.

Anche gli interni, con plancia e pannelli porta, completamente in plastica, stampati in pezzo unico erano improntati alla massima funzionalità e abitabilità. Un altro tocco di "modernità" al modello era dato dall'assemblaggio automatizzato (attraverso l'uso di robot) di buona parte dell'autovettura. L'impostazione meccanica invece era la stessa della 128: trazione anteriore, sospensioni a ruote indipendenti MacPherson davanti, balestrone trasversale al posteriore e impianto frenante di tipo misto. Il cambio manuale poteva essere a 4 o 5 marce.

Nel 1979 mancò per un soffio il riconoscimento di auto dell'anno, classificandosi al secondo posto.

Una Fiat Strada

La Ritmo, questo il nome scelto per il nuovo modello, debuttò al Salone dell'automobile di Torino del 1978. Nei mercati di lingua inglese, il nome fu cambiato in "Strada". Circolò la voce che questo fu fatto poiché la parola "ritmo" o "rhythm" indicasse in inglese il ciclo mestruale[2]. In realtà tale interpretazione è da considerarsi una leggenda metropolitana, in quanto tale parola non è comunemente utilizzata con tale significato nei paesi anglosassoni, ed è più probabile che la scelta sia stata fatta per ragioni di pronunciabilità[3][4].

Al momento della presentazione erano disponibili due corpi vettura (3 e 5 porte), due allestimenti (L e CL) e quattro motorizzazioni. Alla base si collocava la versione 60, spinta da due motori rispettivamente di 1050 cm³ (per la 60L) e 1116 cm³ (per la 60CL); il primo era della famiglia "Brasile", derivato dalla locale 147, il secondo di stretta derivazione 128; entrambi avevano una potenza di 60 CV. Poi c'era la versione 65 con un inedito 1301 cm³ (evoluzione del 1290 cm³ della 128) da 65 CV e infine la Ritmo 75, con cilindrata elevata a 1498 cm³ (75 CV) e disponibile anche con un cambio automatico a tre rapporti.

FIATRTM130.
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